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Il saggio presenta alcuni risultati di una collaborazione tra Politecnico di Torino e il CSI Piemonte (Società di servizi Informatizzati partecipata dalla Regione Piemonte). Sono stati selezionati e studiati diversi strumenti di visualizzazione dei dati scientifici (Gapminder, ManyEyes, Open eXplorer e Fineo) al
fine di individuare quello più utile per una lettura induttiva di grandi quantità di dati informativi (big data).
Lo sfruttamento intelligente dei dati digitali può portare a uno sviluppo conoscitivo ma anche a un profitto, le cui soglie di sfruttamento possono essere misurate in un sistema economico. Nell’irreversibile fenomeno di crescita dei dati digitali, la disciplina del “Data Visualization” diventa cruciale per accedere e comprendere informazioni complesse. Few, guru della comunicazione visiva, scrive che “scopriamo il mondo attraverso gli occhi”; le forme di comunicazione e interpretazione tradizionali dei dati hanno puntato sulla dimensione visuale per migliorare la comprensione e hanno permesso sia agli analisti sia agli utenti la
sperimentazione di nuove interazioni (“story-telling”).
Come urbanisti e cittadini, ci affidiamo alla vista che gestisce molti dei sensori (70%) legati alla percezione, alle mappe cognitive, agli errori e ai nuovi pensieri. L’ipotesi di fondo di questo articolo vuole generare delle riflessioni sui Big Data come strategia importante per le imprese pubbliche e private che intendono
imparare a cambiare dalle informazioni digitali di cui oggi disponiamo. Attraverso l’uso di uno strumento analitico di visualizzazione dei dati informativi, si descrive un recente caso di studio in un contesto territoriale come quello dei nuovi consorzi amministrativi (Unione dei Comuni NordEst Torino). In questo
esperimento torna a essere attuale la necessità di pianificare le scelte in modo sistematico anche cercando di utilizzare in modo nuovo e semplice i sistemi informativi territoriali già disponibili.